Tonnellate di rifiuti da imballaggi ed elevate emissioni di CO₂. Il commercio online è responsabile di un grande numero di inquinanti per l’ambiente. Le restituzioni dovrebbero quindi avere un costo fissato per legge. “Una tassa di un euro per restituzione sarebbe sufficiente a mettere in guardia i consumatori contro gli ordini inviati con troppa leggerezza”, spiega il presidente dell’Unione commercio turismo servizi Alto Adig,e Philipp Moser citando i dati attualmente riferiti alla Germania. Gli imballaggi rappresentano fino al 71 percento del contenuto di un bidone per la carta. Il cliente rimanda indietro la merce volentieri soprattutto se ha scelto di pagare alla consegna. Nel settore della vendita di abbigliamento online il commerciante si vede restituire almeno un pacchetto su due. Quotidianamente il totale ammonta a circa 800.000 pacchetti, che corrispondono a 400 tonnellate di emissione di biossido di carbonio (CO₂) oppure 255 tragitti in auto da Frankfurt a Pechino. L’Università di Bamberg ha inoltre presentato nuovi dati sulla distruzione dei prodotti restituiti nel commercio online: in Germania, lo scorso anno, i colossi dell’online hanno distrutto 20 milioni di articoli restituiti. Secondo i ricercatori, 7,5 milioni di questi articoli restituiti sono stati riutilizzati.
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