Le sue sale in teoria ospitavano un centro massaggi ma di fatto al suo interno veniva esercitata attività di prostituzione. Per questo motivo la settimana scorsa il personale della Squadra Mobile di Trento ha sequestrato, nel capoluogo, un immobile nei pressi dell’ospedale Santa Chiara. A far scattare l'indagine è stata la testimonianza di una cittadina extracomunitaria che ha raccontato di essere stata assunta da una connazionale affinché esercitasse l’attività di massaggiatrice presso un centro del lago di Garda, ma di essere stata poi costretta a vendere il suo corpo, così come altre sue connazionali. A fianco della sfruttatrice operava un italiano, che faceva da “factotum”. L’attività non è cessata neppure a seguito di alcune perquisizioni svolte dagli agenti, che hanno portato alla luce una somma di oltre 14mila euro euro in contanti, nonché vario materiale da cui si evinceva l’attività illegale. Anche l’analisi dei device sequestrati nell’occasione confermava sostanzialmente quanto già emerso. La donna, il suo braccio destro e un altro cittadino italiano, proprietario dell'appartamento di trento e co-responsabile dei comportamenti che si svolgevano al suo inte3rno sono stati denunciati per sfruttamento della prostituzione in concorso.
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