Almeno 500 casi covid in Lombardia prima del paziente 1 di Codogno. Lo afferma lo studio “The early phase of the COVID-19 epidemic in Lombardy, Italy” pubblicato sulla rivista Epidemics dai ricercatori della Fondazione Bruno Kessler e dell’Università Bocconi. Nello studio sono stati analizzati i dati epidemiologici di SARS-CoV-2 nella regione Lombardia ed è stato anche valutato l’andamento della trasmissibilità (Rt) fino al 9 marzo 2020. Più di 500 pazienti positivi al coronavirus con un’età media di 69 anni hanno dichiarato di avere avuto sintomi prima del 20 febbraio 2020, giorno di riferimento di quello che è considerato il primo caso covid in Italia. A quella data il virus SARS-CoV-2 circolava già in almeno 222 dei 1506 comuni lombardi (14,7%). Il numero di riproduzione nelle 12 provincie della Lombardia è stato stimato a valori compresi tra 2.6 a Pavia e 3.3 a Milano e Brescia. L’intervallo seriale è stato stimato a 6.6 giorni in media. Significa che i casi raddoppiavano in meno di una settimana. Per questo – secondo i ricercatori - la rapida crescita di pazienti covid che ha causato pressione sul sistema sanitario lombardo nel periodo subito successivo all’identificazione del paziente 1 è dovuta alla alta trasmissibilità del virus e alla diffusa e silente trasmissione del patogeno avvenuta fra gennaio e metà febbraio.
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